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31 maggio 2011

Beati i popoli che non hanno bisogno di Eroi - Amministrative 2011


Comprendo e condivido l'entusiasmo popolare con cui sono stati festeggiati i risultati delle elezioni amministrative 2011 , in particolar modo quelli sorprendenti di Milano e Napoli. È la reazione più che giustificata ai continui attacchi verbali, alle continue calunnie, alla volgarità della campagna elettorale, e in generale a un atteggiamento di crescente arroganza e megalomania condito spesso da pietose figuracce in politica estera, dello stesso Presidente del Consiglio. Questa volta però le battute squallide sulla bruttezza della Iervolino o della Bindi, gli insulti a Pisapia e agli Italiani senza cervello (un tempo coglioni) e le minacce di un’invasione islamica sembra non funzionino più: la gente  sembra aver giudicato sulla base dei fatti, interpretando autonomamente e ascoltando tutte le campane.

È stato quindi senza dubbio un voto di rottura, un voto di opposizione al berlusconismo, la sconfitta e la punizione di una parte più che la vittoria dell’altra. Un voto che ha premiato i nuovi volti, non tanto per cieca fiducia, quanto per esasperazione nei confronti degli altri candidati e della classe politica che rappresentano. 

Per questo motivo si parla di "vento nuovo" e di liberazione, benché a Napoli si sia in realtà confermata la stessa fazione politica. È quindi un vento che non soffia soltanto sul PDL o sulla Lega, ma su tutto il vecchio modo di fare politica. E' un vento che premia le persone capaci e qualificate, più che i partiti. 

Vent’anni dopo la fine del comunismo è forse iniziata una nuova era, l’era di un voto maturo e responsabile da parte degli elettori, l’era di un voto dato non a un’ideologia piuttosto che a un’altra ma alla capacità, vera o presunta, di portarla davvero a compimento.
Per questo, al di là dell’entusiasmo per quella che sembra la fine del "berlusconismo", è quanto mai  necessario  mantenere vivo questo spirito critico ritrovato, evitando di ridurre tutto ad uno scontro tra guelfi e ghibellini, bianco contro nero, bene contro male. Evitando di creare nuovi messia e salvatori della Patria e tenendo gli occhi puntati su queste nuove amministrazioni, perché soltanto con la partecipazione di tutti sarà possibile avere davvero un'amministrazione corretta e competente. 
Votare non più per scelte ideologiche, a favore o contro qualcuno, ma leggendo i programmi, conoscendo le persone e i candidati, seguendo la politica.

Nella nostra città, Genova,  la situazione è speculare a quella di Milano, sono ormai decenni che il centro sinistra è al governo, ma attorno all’attuale sindaco sembra ci sia una continua emorragia di consensi. L'economia della città è a terra, le grandi aziende se ne vanno, le piccole chiudono,  le prospettive di lavoro per i giovani sono azzerate e la delinquenza è in costante crescita anche per una gestione assolutamente inesistente dell'integrazione razziale. A Milano è stato dato un segnale, si è smesso di votare per “partito preso” e si è guardato alla capacità del singolo, al suo curriculum e al suo programma, si è smesso di “tapparsi il naso” e si è scelto di cambiare per il bene di tutti,  con coraggio. 

Questo è un invito da rivolgere soprattutto ai giovani, perché abbiano la forza ed il coraggio di proporsi, di proporre le proprie idee e di cercare i canali per diventare parte attiva della politica. Perché volenti o nolenti, se non ci si occupa di politica, la politica si occuperà comunque di noi, del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Sempre che ci rimanga ancora voglia di farne.