Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

10 aprile 2011

KILL MOVIDA Vol. 2

A quanto pare siamo alla resa dei conti. La giunta comunale, dopo quasi quattro anni di cerchiobottismo, cercando a mesi alterni di accontentare un po' i residenti, un po' gli esercenti e un po' gli avventori,  tra deroghe concesse, ritirate, concesse, ritirate, concesse,  pare abbia finalmente preso posizione netta. Proprio il sindaco Marta “black mamba” Vincenzi si scatena in televisione, ospite a Matrix, dichiarando guerra ai locali “fracassoni” del centro storico.
A un mese esatto dall'imbarazzante dietrofront di Tursi che (con l'assessore Scidone) denunciava l'errore di un fantomatico funzionario che “per aver sbagliato la perimetratura della zona” (?)aveva inviato le lettere che ritiravano le deroghe ad  una quindicina di locali del centro storico, questo brutto film giunge a quello che in una sceneggiatura si chiama il plot point: colpo di scena con dietro-dietrofront che mette nel mirino della polizia municipale gli unici e veri colpevoli: gli esercizi pubblici dei caruggi.
Chiunque sia stato un Venerdì sera nei vicoli e nel famigerato “quadrilatero del rumore” sa benissimo che la situazione è totalmente fuori controllo e che non è possibile individuare locali “fracassoni”, poiché TUTTI i locali sono stracolmi di gente e tutte le vie sono invase da fiumi di teste e corpi.
La prima ipocrisia di chi, a mio avviso, non ha per nulla consapevolezza di quale sia effettivamente la realtà sul territorio, è quindi quella di far credere che la responsabilità del  rumore, della maleducazione degli avventori, dell'anarchia che si è creata il Venerdì sera nei vicoli, possa ricadere su un locale o su un altro. Un po' come  accusare le banche perché esistono le rapine e i rapinatori.
La verità è che per anni le varie amministrazioni comunali hanno invitato ad investire nel centro storico per rilanciarlo e “bonificarlo”, ma non si sono mai preoccupata di esercitare un minimo di controllo sul territorio. Non si sono curate di avere un adeguato sistema di sicurezza, di lavorare per creare nei giovani una coscienza, una consapevolezza, una educazione a vivere i vicoli in modo civile e rispettoso dei residenti. Ora che la situazione è totalmente fuori controllo, di fronte alle pur comprensibili proteste dei residenti (che probabilmente non vogliono davvero un ritorno al passato, quando i vicoli erano terra di nessuno e il valore degli immobili era il più basso della città) la giunta comunale decide di colpire gli esercenti con multe pesantissime, toglie le deroghe ad un paio di circoli privati e inizia l'operazione KILL MOVIDA.
È solo di qualche settimana fa la messa in vendita de “il Barbarossa”, e un’altra quindicina di esercenti hanno intenzione di seguire le orme di Mario Montessoro, proprietario dello storico locale di Porta Soprana. Altra location popolare destinata a sparire è la Rampetta: vuoto fino alle due, il circolo di San Bernardo è da sempre meta dei giovani dopo la chiusura dei bar, ma ovviamente senza deroga, non può più sopravvivere con l'incasso inesistente del pre serata.
Perché non provare a sensibilizzare gli avventori invece con una campagna “rieducativa”? Perché non punire gli schiamazzi eccessivi con sanzioni, impiegando le forze dell'ordine in modo efficace, anziché con le risibili ordinanze anti-puttanieri (ora dichiarate incostituzionali) che in sei mesi hanno prodotto soltanto 2 (due!) sanzioni oblazionate? Ora si gioca agli sceriffi con gli esercizi pubblici. Certo, se non ci fossero, non ci sarebbe gente  in giro. Ma cosa avremmo in cambio? Io vivo nel centro storico e sono disposto a tollerare un po' di rumore nel fine settimana, perché so che l'aggregazione tra i giovani, la possibilità di vivere la città, le sue vie, di ascoltare musica insieme, è importante, è un bisogno che non deve essere represso.
Ma se questa è la linea, se davvero si vogliono privare i carruggi della loro particolarità, della caratteristica  più conosciuta fuori dai confini della città (caratteristica che ricordo, fino a qualche anno fa, veniva esaltata dallo stesso sindaco Marta Vincenzi), se si vogliono colpire al cuore, obbligando  i catalizzatori del flusso mondano a spegnersi, vuoi per motivi economici o semplicemente per esasperazione, bisognerebbe quantomeno preparare una strategia di decentralizzazione dell'offerta mondana e culturale. Ma anche in questo caso, non sembra esserci alcun piano B.
Il grande progetto di “frontemare” di cui parlava la signora sindaco durante la campagna elettorale che fine ha fatto? Il Porto Antico sta morendo e non c'è nemmeno un locale aperto dopo l'una di notte. Eppure i magazzini del cotone non sarebbero perfetti per una struttura simile al Mare Magnum di Barcellona?
No, a quanto pare l'unica soluzione è starsene a casa tutto l'anno. Tranne che ovviamente durante la Notte Bianca, quella bellissima notte di delirio legalizzato che ci costa un occhio della testa (le “sponsorizzazioni” offerte al Comune vengono quasi tutte da aziende pubbliche) e che il sindaco si vanta di avere istituzionalizzato, tacendo sulle risse, gli atti vandalici e la sporcizia che lascia. Ma avete mai pensato a quanti eventi, diluiti nell'arco di un anno, più piccoli, ma di maggiore qualità, si potrebbero finanziare con i costi  della Notte Bianca?