Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

18 giugno 2011

Un tranquillo week-end di paura in Zena


Caro Assessore Scidone,
le voglio raccontare una storia di ordinaria follia a cui ho assistito ieri sera, durante un qualunque venerdì sera, un gruppo di amici qualunque che va nel centro storico a bersi una birra dopo una lunga settimana di lavoro.

Il mio amico non è proprio tipo con cui attaccheresti briga, ma ha un animo gentile, per fortuna. D'altra parte si sa che coloro che fanno sport di contatto, come la boxe o le arti marziali,   impegnando ore  e fatica in duri allenamenti, imparano prima di tutto l'autocontrollo e l'importanza della non violenza. 
Ieri sera però il mio amico, Mario (così lo chiamerò), chiacchierava tranquillamente in quel di Piazza delle Erbe quando un ragazzo marocchino lo ha avvicinato e ha tentato,  in maniera del tutto gratuita e ingiustificata,-  forse uno sguardo di troppo - di colpirlo con un pugno. A quel punto l'istinto e gli insegnamenti del mio amico hanno trovato una gratificazione e il predatore è diventato preda  per un instante.  Da questo momento è iniziato il finimondo:
il ragazzo marocchino ha radunato il resto della banda ed è partito all'inseguimento con altri sei o sette compaesani, con caschi e bottiglie.  Per fortuna  Mario è stato lesto a scappare e nascondersi in un bar di piazza delle Erbe. Io ho assistito al resto della scena invece. 
I ragazzi marocchini  hanno iniziato a prendersela con tutti i passanti. 

prima telefonata al 113 da parte mia: "Si pronto? aspetti le passo i carabinieri"... 2 miniuti di attesa  ... "Carabinieri pronto.... Si lo sappiamo già... stiamo arrivando".

Il gruppo intanto ha preso su per vico Biscotti. Dapprima se la prendono con le vetrine della pizzeria Biscotti, poi sfondano il cristallo di una Lancia Y che era parcheggiata lungo il vicolo. 

seconda telefonata al 113: "Guardi se non arrivano significa che hanno altro da fare di più importante"

Dopo 10 minuti qualcuno arriva, ma non sono nè polizia nè carabinieri, ma un gruppo di vigili della municipale che era in zona per altri motivi. Ascoltano l'accaduto, verificano il vetro rotto dell'automobile e al mio stupore sul mancato arrivo delle forze dell'ordine mi spiegano che "qui non ci vengono, perchè c'è troppa gente". Faccio allora una breve descrizione dei soggetti, consapevoli che è del tutto iniutile.

Mentre mi avvio verso il Porto Antico, transitando per Via San Bernardo, riconosco chiaramente uno dei ragazzi marocchini che sta bevendo una birra da una bottiglia di vetro (non era vietato?), seduto davanti ad un palazzo all'angolo con via Canneto.
Arrivo in piazza Raibetta e qui trovo finalmente una pattuglia di Carabinieri ai quali spiego l'accaduto e che ho riconosciuto uno di questi delinquenti proprio a poche centinaia di metri dalla loro postazione.
Il mio stupore diventa sgomento quando mi sento consigliare di lasciar perdere per così poco e che comunque avrei dovuto andare con loro per fare il riconoscimento, sempre che riuscissero a fermarlo. 

L'epilogo della vicenda è avvenuto in un noto locale del porto antico: all'entrata riconosco almeno tre dei ragazzi marocchini, che cercano di entrare. Io sono già dentro e avviso il buttafuori su chi siano quei soggetti. Inizialmente li lascia fuori, attirando su di se gli sguardi minacciosi del gruppo. Poi noto che il "leader" fa un cenno al buttafuori per parlargli e gli bisbiglia qualcosa nell'orecchio. Dopo due minuti, entrano tutti liberamente. Che cosa gli avrà detto? Non lo so, ma poco dopo all'interno del locale, i tre hanno subito cercato di rubare portafogli agli avventori, fingendo di ballare in pista,   il tutto sotto i miei occhi increduli. 

Me ne sono andato via, pervaso da un senso di impotenza, non sapendo più a chi rivolgermi, non alle forze dell'ordine, tanto meno ai ragazzi della sicurezza del locale;  non mi rimane che scrivere a lei, caro Assessore Scidone.


Articolo pubblicato anche sul Giornale: