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13 maggio 2011

Come farsi lasciare in 10 giorni - (Rambla's cake)


scritto da Enrico Moizo. 

Non c'è che dire, a volte riesce quasi a far tenerezza. Si perchè non è semplice riuscire, come riesce il nostro sindaco, armati delle più buone intenzioni, a rendersi buffi, per usare un eufemismo, davanti a tutta la città.
Non fosse per quella velata megalomania, non avesse azzardato un paragone spropositato, dovuto ad un non ben comprensibile bisogno di dover sempre imitare le eccellenze altrui, invece di crearene di nuove, non l'avesse chiamata "Rambla" insomma, ma semplicemente "aiuola", nessuno ci avrebbe fatto caso, probabilmente. Nessuno a parte ASTER, che ovviamente ringrazia per i soldi spesi dal Comune per lo smantellamento della suddetta aiuola.
Invece siamo riusciti a farci un pò deridere dentro e fuori le mura, diciamocelo, con quella desertica striscia di verde , dove gli striminziti alberelli sembravano quasi in imbarazzo, per essere stati chiamati in causa.
Nell'arco di dieci giorni però, al nostro sindaco non bastava il mal di pancia suscitato con la rambla e quindi quale migliore occasione per fare ambo, se non il derby tra Genoa e Sampdoria, probabilmente il più importante della storia, vista la posta in palio?

Già, perchè che si tifasse per l'una o per l'altra squadra, ci si aspettava quantomeno l'imparzialità da parte del primo cittadino. Se poi tifavi Genoa, dopo gli anni passati in serie B in compagnia dello sfottò dei "cugini", sognavi da una vita un momento perfetto come questo, in cui tutto coincideva per l'omicidio (sportivo si indende) perfetto, come nemmeno nella più scrupolosa sceneggiatura di un film di Hitchcock.
Ecco che dunque quell'invito ai due capitani, Palombo e Rossi, per augurare loro una partita "nel nome della solidarietà e dell'amicizia" è stato udito da molti, giocatori compresi, come una nota stonata nel contesto in cui la città si stava preparando al grande evento. Non contenta, dopo aver incassato il rifiuto dei due capitani, la sindaco ha invitato allora la sua squadra del cuore, la Samp, a Palazzo Tursi, per far gli auguri e dar coraggio di affrontare il difficile momento. Apprezzabile, non fosse che l'avversario era l'altra squadra di Genova; forse avrebbe potuto aspettare o anticipare di una settimana, ma il tempismo non è mai stato il suo forte.

L'epilogo del film lo conosciamo ormai tutti. Da genovese, non tifoso, mi spiace per la Sampdoria e anche io mi auguro, come Marta Vincenzi, che la città possa continuare ad avere due squadre in Serie A. << SGRAT SGRAT>>