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7 giugno 2011

La Stangata - ovvero come una multa di 36 euro può diventare un mutuo


Signor mi presento, io sono la Tragicommedia. La storia che sto per raccontarVi, benchè possa sembrar di fantasia, grottesca e un poco surreale, è invece una storia vera, una storia che ha come protagonisti due persone, un padre ed una madre, due onesti lavoratori che pagano le tasse da tutta la vita: i miei genitori. La location è l'isola che non c'è, l'isola dove ogni tanto ci si può sentire sperduti e perseguiti dagli “altri”, in una giungla di burocrazia dove quasi mai, quando c'è, è possibile risalire ad un vero colpevole.

Tutto inizia il 10 Dicembre 2010 , quando mio padre posteggia l'auto sotto casa, nella zona blu residenti. L'assicurazione dell'auto scade quel giorno e come saprete (se non lo sapete, sappiatelo), il tagliando assicurativo deve essere esposto sempre e benchè le assicurazioni concedano quindici giorni di tempo per rinnovarlo, per la legge siete sanzionabili, anche a macchina parcheggiata, fin dal primo giorno dopo la scadenza. Accade infatti che il giorno dopo, mentre mio padre va a rinnovare l'assicur azione, transiti da quelle parti un vigile urbano che vedendo il tagliando scaduto, nel dubbio, gli rifila una bella multa, con obbligo ovviamente di esibire il nuovo tagliando assicurativo entro trenta giorni. Fino a qui tutto normale, più o meno.
Mio padre il giorno dopo si reca dai vigili, mostra il certificato assicurativo rinnovato, paga la multa e gli rilasciano una ricevuta. Fine della storia? In una città dove le cose funzionano probabilmente  si. Ma non sull'isola...
DISSOLVENZA


ASSOLVENZA
Didascalia: 6 mesi dopo
Ieri mio padre riceve a casa non una, ma ben due raccomandate, consegnate nell'arco di 24 ore. Le ritira e sorpresa delle sorprese, scopre trattarsi di due verbali, uno di 300 Euro per non aver esibito il certificato assicurativo entro 30 giorni e un'altro di 800 Euro per non averlo esibito dopo tre mesi, per un totale di 1200 Euro di verbale!
Per fortuna quella santa di mia mamma, non per mancanza di fiducia, per carità, conserva tutte le ricevute e così il giorno stesso mio padre si reca dai vigili urbani di San Vincenzo, dove aveva portato ad esibire i documenti sei mesi fa, per chiedere spiegazioni.
Qui scopre che i vigili urbani non hanno un database condiviso in rete, per cui lo invitano ad andare agli uffici del matitone per chiarire l'anomalia. 

Il giorno dopo, al matitone, la storia diventa un film di Buñuel. Gli fanno compilare una serie di moduli, per fare richiesta di verifica e annullamento in Prefettura, perchè quel tipo di multe non sono più di loro competenza, ma della Prefettura. Dopo aver compilato un altro po' di Amazzonia, mio padre consegna i moduli e la frase di congedo che riceve è il vero colpo di grazia a qualsiasi razionalità: “Se entro 270 giorni non riceve più nulla, vuol dire che è tutto a posto.” (!!!!) Serve davvero commentare? NOVE e dico NOVE mesi di attesa e nemmeno la sicurezza che l'ingiusta sanzione sarà annullata veramente? Semplicemente sublime follia.

Tra 270 giorni vi racconterò come e se avrà avuto fine questa storia, ne frattempo mi chiedo com'è possibile che ci si debba sempre difendere in questo modo? Se mia madre non avesse tenuto la ricevuta, sarebbero passati automaticamente dalla parte del torto, o comunque si sarebbe dovuto procedere per tribunali e avvocati. Chi risarcirà poi il tempo perso da mio padre per andare fino al matitone a dimostrare che aveva già esibito i documenti?

Questi errori , volendo credere che di tali si tratta, non accadrebbero se il Comune dotasse gli uffici della Municipale di un sistema informatico e un database condiviso per gestire i verbali, invece di continuare a compilare fogli su fogli e riempire archivi con mezza Amazzonia. Per caso a qualcuno fa comodo evitare la precisione informatica?


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