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Intervista a Bruno Boz - amministratore delegato di Vallicom

di Filippo Di Benedetto
  1. Quando nasce Vallicom e di cosa si occupa?
Vallicom nasce nel 2008 come partner commerciale di Virtualedge per l’installazione e diffusione di reti wireless nella provincia di Genova.
Attualmente abbiamo, tra il centro di Genova e le valli dell’entroterra, circa 80 hotspot attivi e funzionanti.
  1. Siete in qualche modo coinvolti con il progetto WiMove?
Il progetto WiMove appartiene interamente al Comune di Genova che si è unito ai Comuni di Firenze, Torino e Roma per partecipare ad un bando europeo riguardante la mobilità urbana.
Tursi ha pensato di creare una rete wi-fi che desse la possibilità agli utenti di accedere alle informazioni di AMT, scaduti i tre mesi di copertura finanziaria previsti dal bando, l’infrastruttura sarebbe dovuta essere ridestinata e tramite un semplice contratto con un provider diventare la base della rete wireless di Genova Città Digitale.
Al contrario il Comune è rimasto fermo e sordo alle nostre richieste di prendere in gestione la rete in cambio della possibilità di sistemare nuovi hotspot nelle biblioteche pubbliche. La risposta di Tursi è stata che la gestione degli apparati doveva essere consegnata ai privati tramite bando di gara, salvo poi assegnare proprio il wi-fi delle biblioteche per via diretta a Telecom.
  1. A proposito del progetto Berio, qual è il costo di mercato di un hotspot messo in rete con altri?
Il costo si aggira tra i 1000 e i 1500 euro e per coprire tutta la Biblioteca non ne sarebbero stati necessari più di due o tre.
  1. Sappiamo invece che sono stati spesi circa 16000 euro, com’è possibile?
Naturalmente non posso saperlo, ma da sempre assegnare contratti senza bando di gara non è un buon modo per ottenere un buon servizio al giusto prezzo.
Senza contare che più di una volta abbiamo provato a contattare Telecom per ottenere la interconnettibilità delle nostre reti wireless e permettere a tutti di essere sempre in rete con un solo login giornaliero ma non abbiamo ottenuto nulla se non vaghe promesse.
  1. Qual è la situazione in altre zone della città?
A Sampiardarena sta partendo un grosso progetto di riqualificazione urbana che prevede anche l’installazione di una rete wireless per il quartiere ma al bando non potranno accedere aziende specializzate del settore se non in subappalto, trattandosi di un bando di grandi dimensioni.
Al Porto Antico circa un hotspot su cinque non funziona (ci sono 15 HotSpot per coprire l'area), l'investimento totale tra Comune e Porto Antico è stato di circa 100.000€, a Certosa noi abbiamo installato 18 HotSpot che funzionano da ormai due anni e coprono tutto un quartiere (comprese le vie interne) con un costo di 50.000€ (tutto a ns. carico, compreso i 100 Mb di banda).
Dall’altra parte il parco di Nervi verrà molto presto arato per installare altre telecamere di sicurezza, operazione inutile se queste venissero messe in rete tramite il wi-fi; senza contare che la scelta della fibra comporterà un aumento smisurato della banda in arrivo al Matitone che rischia il collasso.
Centinaia di telecamere che trasmettono in diretta, chi le guarderà? Non sarebbe stato meglio un sistema con rete wireless che registrasse quanto viene ripreso e lo conservasse per 7 giorni? Se non altro si sarebbe evitato un consumo di banda che, costi a parte, rischia davvero di mettere in ginocchio l’infrastruttura tecnologica della città.
  1. Cosa auspica per il futuro?
Una rete unica, che copra tutta la città, gratuita per i cittadini e sempre ben mantenuta, la rete oramai deve essere considerata un diritto di tutti.