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21 febbraio 2011

KILL MOVIDA vol. 1

Qui si va da un estremo all´altro. Si vuol passare da una apertura dei locali senza regole a un´imposizione rigida. Ovviamente così il rischio è che il centro storico di notte torni il pericoloso deserto che era non molti anni fa». Parola del Presidente dell'Arci Gabriele Taddei.

In effetti l'amministrazione Vincenzi non è mai stata chiara sulla politica da seguire per risolvere il complicato problema della convivenza tra i locali notturni e residenti del Centro Storico genovese.
La strategia è sembrata sempre piuttosto cerchiobottista, cercando di far contenti tutti nella teoria e nessuno nella pratica. Inizialmente la dura repressione a suon di multe a tutti i bar , ma anche a tutti i circoli (Milk, Qualudde, Rampetta e altri) che non rispettavano l'orario di chiusura, fissato per l'1 durante la settimana, le 2 nel Weekend.....

Poi le deroghe, deroghe di mezz'ora, che inevitabilmente diventa un ora, per i bar, deroghe fino all'alba per i circoli.

Adesso nuovamente la stretta annunciata con un provvedimento preannunciato dal Comune: un’ora in più di apertura per quei locali che promuoveranno, a fine nottata, il drink “del bravo ragazzo”, e cioè senza una sola goccia di alcol. Per tutti gli altri, si torna all’antico: chiusura alle due il venerdì e il sabato, all’una tutti gli altri giorni della settimana. Il ritiro delle deroghe sugli orari diventerà realtà entro un mese, ieri la riunione tra gli assessori della giunta che aveva il compito di definire il provvedimento.

Certo il diritto dei residenti di dormire è sacrosanto, ma perchè colpire così tutti gli esercenti, sparando nel mucchio, senza fare distinzioni? Che senso ha dare un'ora di bonus a chi serve Coca Cola e non birra? Quante discussioni dovranno affrontare i poveri gestori e baristi? Probabilmente chiuderanno prima per esasperazione.

I circoli sono poi l'unica alternativa del centro storico per chi vuole proseguire la serata e vengono così colpiti nel cuore della loro economia, dato che iniziano a lavorare proprio a tarda notte quando chiudono i bar.
Nasce tutto dai decibel sforati – spiega poi Silvio Seghi, vicepresidente Fepag Ascom – ma è illogico: ovunque ci sia la presenza di più persone i parametri sono destinati a saltare. In più gli ultimi dati non tengono conto di una nuova tendenza: la movida – sottolinea Seghi – si è interrotta, 50% in meno rispetto al passato. Questo comporta una grande responsabilità da parte nostra, ma soprattutto del Comune".

Perchè invece non affrontare il problema caso per caso, premiando quei locali che non creano disturbo e rispettano le regole? Perchè non cercare di decentrare, dopo una certa ora, la Movida, fornendo e incentivando gli investimenti in strutture vicine al Centro Storico, raggiungibili quindi a piedi, ma lontane dalle case abitate? 

Voi come risolvereste il problema?