Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

4 luglio 2011

Mercato del Pesce al Buridda: delibera del Comune senza se e senza ma.



Il Mercato del Pesce non sarà più “del Pesce”, sempre se si troverà un accordo con gli operatori del settore per un ricollocamento presso nuovi lidi. Questo è un dato di fatto.

La giunta Vincenzi e in particolare l'assessore al Patrimonio Abitativo, Bruno Pastorino, hanno fortunatamente subito intuito l'importanza strategica ed architettonica della struttura; dal punto di vista architettonico infatti, si tratta certamente di una delle opere più interessanti di un periodo, quello degli anni Trenta del Novecento, molto proficuo per la storia dell’architettura genovese: è questa infatti un’opera del maestro Mario Braccialini e rimane tutt'oggi uno splendido esempio mondiale di architettura razionalista.
Ma è stata soprattutto la posizione strategica di questo edificio, contigua al “waterfront” e punto di arrivo ideale di una passeggiata che, partendo dal Museo del Mare, passa per l'acquario, il bigo, i Magazzini del Cotone, il museo Luzzati e Palazzo San Giorgio, è stata dicevo questa posizione strategica,  saldatura tra il mare e il centro storico, che non ha lasciato esitazioni all'assessore Pastorino,  ben consapevole che un edificio con queste caratteristiche avrebbe potuto svolgere una nuova e importante funzione: servizi per tutti i cittadini e gli abitanti del centro storico ad esempio e magari anche luogo di aggregazione per i giovani genovesi, una sede per le tante associazioni culturali che operano da anni sul territorio e perchè no punto di incontro per gli artigiani, gli studenti di architettura...  In un mondo ideale e “razionale” appunto, questo sarebbe stato un ragionamento piuttosto scontato, anche per un'amministrazione quantomeno attenta a onorare ciò che è ovvio. Un ragionamento che d'altra parte hanno fatto i tantissimi cittadini e membri dei comitati che si sono riversati in questi giorni in piazza Cavour per protestare contro il ricollocamento del Centro Sociale Buridda dentro al Mercato del Pesce.
Già, perchè è questa in realtà la decisione presa silenziosamente in Comune dalla giunta Vincenzi, senza consultare le opinioni di nessuno ovviamente, tantomeno dei residenti.

Ora, non ho nulla contro i centri sociali, davvero,  ma ci sono alcune considerazioni che voglio sottoporre alla Giunta,  al di là delle decine di alternative più versatili e davvero “per tutti” che si potrebbero pensare, restando coi piedi per terra ovviamente, perchè si sa, in Comune di soldi non ce ne sono mai. (tranne che per fare ramble e ramblette)

Primo: il “Buridda” nasce come centro sociale occupato, ovvero a seguito di una appropriazione abusiva di uno spazio, in questo caso di un edificio, di proprietà privata o comunale. Com'è possibile quindi scavalcare con una sola delibera tutte quelle realtà, quelle associazioni culturali e di servizi (i.e. Croce Verde) che da anni operano legalmente sul territorio, senza nemmeno consultarle prima?
Non mi interessa se per ricevere questo immeritato premio, si obblighino i quattro centri sociali occupati a costituire un'associazione culturale!
Leggevo poi la clausola per cui il centro sociale dovrà “aprirsi a tutte le realtà giovanili, di artisti e organizzazioni genovesi”. Ecco qui si sfocia ampiamente nel demagogico. Non so se questa condizione sia stata  posta per evidente mancanza di conoscenza della realtà di cui si sta parlando o se serva semplicemente come "acqua di Pilato": già mi sembra di sentirla la giustificazione: “noi la clausola l'avevamo messa, se non c'è dialogo tra le realtà giovanili e il centro sociale, non è colpa nostra". L'amministrazione dovrebbe sapere infatti  che i centri sociali sono organizzazioni politiche, estremamente di nicchia. Il 70% dei giovani genovesi non ha mai messo piede in un centro sociale. Non perchè abbiano qualcosa contro in realtà, ma perchè ritengono che ci siano altri modi e meglio organizzati per accedere ad eventi culturali piuttosto che ad azioni di volontariato. Io stesso le poche volte che sono entrato in un centro sociale sono sempre stato guardato con estrema diffidenza (eufemismo) perchè , come sa chi mi conosce, indosso sempre una camicia. Forse il Buriddaè davvero diverso da altri centri sociali dove per lo più i giovani vanno per farsi liberamente due canne, sicuramente fa attività sociale e culturale, ma questo non può bastare per “regalare” un bene di tutti i cittadini come il Mercato del Pesce, ad una così ristretta cerchia di persone?
Se davvero si andrà fino in fondo, questo episodio rappresenterà uno dei colpi più bassi più bassi al significato di democrazia a Genova.