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11 luglio 2011

ECCO PERCHE' IO LIBERALE POSSO AVERE ANCHE IDEE DI SINISTRA


da Repubblica del 11 Luglio 2011

Lo stesso giorno Repubblica parla di me in due commenti. Uno fieramente ostile di don Paolo Farinella (scarica l’articolo), e uno in cui il prof. Vittorio Coletti mi dedica parole di stima (scarica l’articolo). Vorrei rispondere ad entrambi, cominciando doverosamente dal “critico” don Farinella.
Due precisazioni tecniche. Scrive, nel concedermi di non dubitare della mia serietà professionale, che “dal punto di vista etico è un problema il doppio incarico di senatore e docente universitario. Onestà e dirittura personale imporrebbero di fare bene un solo incarico”. In realtà è proprio così. Io sono in aspettativa dall’università, ovviamente e giustamente senza stipendio, dal giorno in cui è cominciato il mio mandato parlamentare. Non tengo corsi né faccio sostenere esami, e anzi non metto proprio piede in facoltà dal 2008. Cerco di tenermi aggiornato studiando a casa e su Internet, e partecipando a convegni, a mie spese.Quanto al programma “di cui non parlo”: io ho presentato pubblicamente le linee guida del programma, e Repubblica mi ha intervistato su questo, ma la sintesi giornalistica menziona solo alcuni assaggi di un documento di quasi 100 pagine, frutto della “fatica civica” dei 220 che ci hanno lavorato per sei mesi. Piuttosto, da liberale non trovo giusto che qualcuno possa dire “io, prete, vi dico perché un cattolico non può votare Musso”.
E in quanto tale, titolare di un’autorità morale presso una comunità religiosa,
se ne avvalga per suggerire chi i cattolici in quanto tali debbano o non debbano votare. Invece trovo legittimo che mi rivolga aspre critiche, ricorrendo in questo caso legittimamente alla sua autorità, frutto non solo del suo status, ma della sua intelligenza e cultura. 
Rispondo dunque nel merito delle critiche.
Ho appoggiato uno schieramento che si era dichiarato liberale, esponendo valori e proposte politiche in cui credo, e che poi però in larga misura non ha attuato. Ciò ha determinato – insieme a un’evidente questione morale che ci si ostinava a negare – la mia presa di distanza che, non dimentichiamolo, mi costerà la (altrimenti probabile) ricandidatura in Parlamento. Sarebbe questa la logica “carrierista” che mi imputa? Non ho affatto tentato di coalizzare sul mio nome i partiti da cui ho preso le distanze. È successo il contrario: prendendo le distanze per motivi di opinione e di principio ho rinunciato a un sostegno che che era già stato annunciato.Quanto al “che fare per i senza dimora e per i poveri?”, vorrei porre intanto un obiettivo “scandaloso”: nella nostra città nessuno, se non per sua libera scelta, dovrebbe restare privo di dimora, o non avere la possibilità di soddisfare i suoi bisogni essenziali. Nessuno. Questa è la mia personale “tolleranza zero”. Tutto il resto viene dopo. Come? Attivando in primis tutte le risorse umane e finanziarie a ciò destinabili nella sfera delle famiglie, delle associazioni, del volontariato, delle imprese. E in secundis colmando con l’intervento pubblico quanto l’eventuale egoismo privato non avrà risolto. Ma avendo sempre a cuore l’utilizzo efficiente (quale oggi non è) delle risorse pubbliche, che vanno maneggiate con assoluta onestà, trasparenza e competenza, perché provengono dalle tasche dei contribuenti, e assai più da quelle dei lavoratori dipendenti e di reddito medio. Lo spazio non consente qui maggiori dettagli, ma sarei lieto di discuterne e di ascoltare i consigli di tutti, compresi i suoi. Vittorio Coletti manifesta stima nei miei confronti, e mi attribuisce qualità personali e politiche sulle quali non sta ovviamente a me esprimermi. Posso solo confermare che la mia candidatura ha proprio la natura “civica” che lui auspica, e sarò felice se essa dovesse portare, se non al mio successo, a un rinnovamento dei metodi della politica: nella scelta di persone nuove, oneste, competenti e indipendenti; nella trasparenza delle scelte pubbliche, oggi così “nascoste” anche in questa città. Se poi voler rendere “meno deboli i deboli invece che più forti i forti” significa essere di sinistra, allora lo sono anche io. Ecco perché trovo ormai fuorviante questa suddivisione. Trovo questi stessi valori nella famosa “uguaglianza dei punti di partenza” della cultura liberale, che insieme alla libertà personale, al premio all’impegno e al merito attraverso una seria formazione e un trasparente confronto, all’etica delle regole e alla sistematica congiunzione del potere con la responsabilità, costituiscono l’essenza stessa, e la forza e attualità, dell’idea liberale.
ENRICO MUSSO