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12 aprile 2011

Il Comune imprenditore


I questo marasma di insulti, veti incrociati, candidati nascosti, idi di aprile e coltellate varie, mi piacerebbe tornare a riflettere di politica applicata al quotidiano.

Il Sindaco di Venezia si infuria e si arrocca contro alcuni imprenditori che osano utilizzare il nome della cttà nella sfida di Coppa America chiamando Venezia Challenge il consorzio.
Perchè? Perchè questi vogliono utilizzarlo nel merchandising per ripagarsi delle spese e produrre economia. Il primo cittadino lo definisce un fine poco nobile.
Insomma una guerra contro la privatizzazione di ciò che è, sacralmente, pubblico. Il nome della città.

Contemporaneamente, a Genova, si prendono milioni di metri quadri di terreno pubblico, li si delimita con strisce blu e li si fornisce in concessione pluriennale ad una società privata. Questa li ri-affitta ai cittadini che ci posteggiano l’auto, traendone un profitto. Le Blu Area, insomma.
Qualche giorno fa, il mio barista ha pagato, regolarmente, due ore di sosta 5 Euro. Per un imprevisto ha ritardato di 53 minuti e si è recato immediatamente a pagare la differenza. La sanzione è stata di venti euro ovvero circa il 700% in più della tariffa oraria.
Alle sue rimostranze l’operatore ha risposto che, posteggiando, aveva implicitamente accettatto il regolamento della concessionaria. Badate bene: non del Comune. Della concessionaria. Una signora privatizzazione, non c’è che dire.

E’ vero, una parte dell’affitto finisce nelle casse comunali ma i due eventi in parallelo fanno pensare a come la classe politica abbia davvero perso il lume della ragione nella concezione di pubblico e privato.
Da una parte chi cerca di produrre economia con l’unico bene che ci è rimasto, ovvero il nostro territorio, viene combattuto nel nome del pubblico anche quando non lo sfiora nemmeno, volendone usare soltanto il nome.
Dall’altra il pubblico può starsene a casa, purchè sborsando fior di quattrini che finiscono all’amico privato.
Entrambe le giunte sono di sinistra quindi pregherei lor signori di smetterla di farci i pistolotti televisivi sull’impresa visto che non sanno nemmeno dove stia di casa.
E per fortuna! Perchè quando lo sanno corrono a mettergli su una tartassa per qualche evento solidale in tacito accordo con Tremonti, il miglior ministro dell’economia di centrosinistra che si sia mai visto e che, infatti, sta al liberismo quanto Marx.

La realtà è un’altra e ben più grave. E’ che, ormai, la politica ha perso ogni contatto con le categorie produttive e le imprese, quelle che non hanno santi a Detroit, sono sempre più sole.