Estratto dal discorso di inaugurazione dell'Anno Accademico dell'Università degli Studi di Genova il 22 Gennaio 2011 di Simone Baldini
Come tutti sappiamo, la presenza delle rappresentanze studentesche negli organi collegiali è ormai consolidata, ma non sempre a questa opportunità fa seguito un effettivo coinvolgimento da parte di tutti gli studenti. Un esempio ne è l'affluenza al voto durante i momenti elettorali, che purtroppo non sempre raggiunge percentuali soddisfacenti. Questo è un elemento a cui dobbiamo dedicare molta attenzione, per evitare il rischio di uno scollamento fra le posizioni di chi si trova a parlare a nome di molti e gli effettivi bisogni e desideri degli studenti nel loro insieme.
Un esempio di collaborazione costruttiva si è visto recentemente con la produzione di un regolamento per le associazioni studentesche, che è in via di approvazione definitiva in Senato Accademico e costituisce un notevole traguardo. Sono convinto che l'associazionismo universitario sia una grande risorsa in questo senso, una risorsa che non possiamo permetterci di non sfruttare. Attraverso le associazioni e le attività che queste realizzano abbiamo la possibilità di confrontarci, fare esperienze, arricchirci sotto il profilo culturale e umano, essere in molti casi di aiuto e di supporto ad altri studenti in difficoltà: tutti questi sono momenti di grande crescita per chi è supportato ma anche e soprattutto per chi supporta.
Un altro degli aspetti centrali del processo interattivo Studenti-Ateneo è la valutazione della didattica. Noi vediamo l'Università come un luogo di trasmissione della conoscenza, dove studenti desiderosi di imparare e professori appassionati della loro disciplina possono incontrarsi, crescere insieme e generare nuovo sapere. Il processo di valutazione presenta alcuni aspetti delicati che possono, però, essere affrontati con un approfondimento attento e intellettualmente onesto, anche tenendo conto delle grandi potenzialità di internet e delle esperienze di altri Paesi, facendo seguire alla voglia di esprimere pareri e opinioni una vera apertura al dialogo. Troppo spesso la valutazione viene percepita dai docenti come un'occasione di potenziale critica da evitare, invece che come una possibilità di miglioramento e di crescita, un'occasione di confronto da non perdere per puntare a una qualità dell'offerta formativa sempre più alta, che ci renda competitivi in un mercato del lavoro sempre più duro e sempre più internazionale, dove i nostri coetanei hanno già una laurea e diversi anni di esperienze lavorative, anche ad alto livello.
L'internazionalizzazione è un importante aspetto della nostra formazione che va tenuto in grande considerazione. E' molto significativo il fatto che essa rientri fra i parametri di valutazione delle Università. Una buona esperienza all'estero permette agli studenti di allargare i loro orizzonti, di colmare alcune lacune e di acquisire nuove competenze, anche linguistiche, traendo dal contatto con altre società apertura mentale e maturazione culturale, fondamentali in un mondo globalizzato. E' un'occasione per vivere una grande crescita, che consente di strutturarsi un curriculum ricco e interessante, spendibile in un mondo del lavoro spesso molto poco accogliente.
Un altro elemento su cui è necessario investire energie e risorse è l'orientamento, attraverso varie azioni: potenziandolo in entrata, per limitare il fenomeno della dispersione, degli abbandoni e dei numerosi passaggi, dannoso in primis per la carriera degli studenti ma anche per l'Ateneo, dato che incide sui parametri di valutazione; potenziando l'orientamento in uscita e l'inserimento lavorativo, favorendo così uno dei momenti più critici per noi giovani; potenziando quantitativamente e qualitativamente gli stage e i tirocini, che non possono in nessun caso essere infruttuosi o poco formativi, ma al contrario possono e devono rappresentare un momento formativo fondamentale durante e dopo il percorso universitario.
Viviamo un momento di grandi cambiamenti e di transizione, con il disegno di legge proposto dal Ministro Gelmini approvato in Parlamento a dicembre, la discussione sui decreti attuativi e sugli statuti che ne seguirà e l'applicazione urgente del decreto 17, il cui effetto immediato sarà una netta diminuzione dell'offerta formativa. Si è discusso molto di questi cambiamenti e siamo convinti che il futuro dell’Università non dipenda solo dalla maggiore o minore bontà di una legge, ma si costruisca ogni giorno nelle aule e nei rapporti tra docenti e discenti. Quello che ora è utile sottolineare è la grande opportunità che questi cambiamenti possono rappresentare: come ribadito recentemente dal Capo dello Stato, molto è ancora da decidere, molto è ancora da scrivere, e noi studenti abbiamo l'occasione di condividere le nostre idee, confrontarci, discutere, avanzare proposte, in un grande processo creativo che può portare molti miglioramenti all'Università e una nuova consapevolezza del nostro valore e delle nostre capacità. Questo può avvenire a due condizioni: da un lato noi studenti dobbiamo essere animati da spirito costruttivo e propositivo, che superi la sterile protesta e il conservatorismo, dall'altro le Istituzioni devono essere disposte ad ascoltare tutti i pareri e le proposte, confrontandosi apertamente e umilmente. Con questi presupposti potrà davvero iniziare un rapporto di collaborazione e di crescita che porterà grandi progressi, nelle Istituzioni, nelle Università e nelle coscienze di ciascuno di noi.
Ho parlato, fino ad ora, di partecipazione e dialogo, di associazionismo, di valutazione e di internazionalizzazione, di orientamento e di cambiamenti. Concludo con un tema che ci sta particolarmente a cuore: il diritto allo studio. Se molti studenti oggi si laureano e hanno qualche prospettiva per il futuro è grazie all'esistenza di borse di studio e di posti alloggio, che la Costituzione e la legge ordinaria prevedono per i “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi” e che rappresentano un segno di civiltà che in nessun caso può essere considerato, come talvolta accade, un peso per la società; al contrario, invece, questi e gli altri benefici previsti devono essere potenziati e migliorati con investimenti e un continuo rinnovamento nell'offerta. Dare la possibilità a chi vale e si impegna di accedere ai livelli più alti dell'istruzione, significa dare concrete possibilità sia ai giovani, sia al Paese, significa avere chiara la fondamentale differenza fra costo e investimento. Noi studenti siamo convinti che l'istruzione sia un investimento e che debba essere accessibile a tutti, a tutti i livelli.
Simone Baldini, rappresentante degli studenti in Consiglio di Amministrazione
- Cosa proporreste al Rettore dell'Università degli Studi di Genova se poteste incontrarlo?
- Come vi sembra la nostra Università?
- Il 3+2 è un'innovazione positiva o un'ostacolo?
- Condividete la nuova riforma dell'università?
- Gli spazi per gli studenti sono sufficienti?
- Conoscete i vostri rappresentanti degli studenti e vi tenete in contatto conloro?
- Avete fatto esperienze all'estero o in altri atenei e avete qualche idea innovativa da proporre?
- Il sistema dei tirocini e stage funziona?
- Il sistema delle borse di studio e delle case dello studente è ben organizzato?
- Se poteste tornare indietro rifareste la stessa scelta?
La burocrazia è un supporto necessario o un ostacolo?